Cultura

Con Murcutt l’armonia tra uomo e terra è reale

Recensione del libro "Glenn Murcutt".

di Domenico Stolfi

In un?epoca di titanismo costruttivo e di architetti superstar, Glenn Murcutt è una mosca bianca. “Piccolo è bello”, potrebbe essere il motto di questo australiano schivo, quasi un ?artigiano? d?altri tempi che s?ostina a lavorare da solo seguendo personalmente i progetti che porta avanti, e che alle grandi opere ha sempre preferito le case. Ne ha progettate più di 500, severe ed eleganti, riconosciute ovunque come modelli d?architettura ecologica. Una recente monografia, Glenn Murcutt (Electa, 100 euro), con l?ausilio di oltre 800 immagini e di testi densi e puntuali, catapulta il lettore in un mondo dove l?utopia dell?armonia tra uomo e natura è realtà. Ogni progetto di Murcutt non si risolve mai in un astratto esercizio formale, ma deriva da un attento studio fenomenologico del luogo e dei diversi modi dell?abitare dell?uomo sulla Terra. Il grande architetto lo riconosci dall?amore e dalla conoscenza che dimostra per questa diade: uomo-terra. La riuscita estetica di un palazzo, di un ponte, di una chiesa, senza questa premessa è impossibile. Murcutt ne ha consapevolezza. Lo dimostra il suo rifiuto di costruire al di fuori dell?Australia che così motiva: “Diversamente dalle persone di mondo che chiaramente sanno cos?è ogni cultura, io no. Penso si debba vivere in un Paese per comprenderlo”. Parole che dimostrano una verità troppo negletta: se c?è un?arte che non può fare a meno di un?etica forte, questa è l?architettura.


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